Doppiaggio con l’IA: un’alternativa interessante e conveniente

La recente iniziativa di Prime Video di utilizzare l’intelligenza artificiale per il doppiaggio di film e serie TV ha suscitato un notevole dibattito. Il progetto pilota, che coinvolgerà inizialmente dodici titoli, solleva interrogativi riguardo alla qualità del doppiaggio e alle possibili ripercussioni sui professionisti del settore. Se da un lato si prevede un controllo da parte di esperti, dall’altro si teme che la mole di lavoro per i doppiatori possa diminuire nel tempo.

Bisogno di doppiaggio nel mercato italiano

Analizzando il contesto italiano, emerge una realtà paradossale: molti titoli disponibili sulle piattaforme streaming non sono doppiati, costringendo gli utenti a ricorrere ai sottotitoli. Questa situazione può risultare scomoda e contrasta con il concetto di glocalizzazione, fondamentale per adattare i contenuti ai vari mercati locali.

Il doppiaggio come arte in Italia

In Italia, il doppiaggio è considerato una vera e propria arte. Sebbene molti spettatori preferiscano le versioni originali, la possibilità di scelta dovrebbe essere garantita in un paese dove tale pratica è radicata. La prima stagione di Squid Game, ad esempio, è arrivata in Italia senza un adeguato doppiaggio italiano, costringendo Netflix a correre ai ripari solo dopo aver constatato il clamore della situazione.

Esempi recenti di serie senza doppiaggio

Sono numerosi i titoli attualmente disponibili in Italia privi di doppiaggio adeguato. Tra questi si possono citare:

  • Deli Boys
  • Interior Chinatown
  • Su Majestad, Settle Down
  • Clean Slate
  • Benvenuti in Famiglia
  • Tante serie coreane su Netflix, tra cui A Virtuous Business

Sebbene sia auspicabile che il doppiaggio venga realizzato con competenza, ci sono casi in cui risulta piatto e poco coinvolgente. In tali circostanze, l’uso dell’Intelligenza Artificiale potrebbe rappresentare una soluzione per garantire agli utenti la libertà di scegliere come fruire dei contenuti.

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