Slow horses stagione 5: la recensione che non puoi perdere

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La quinta stagione di “Slow Horses” propone un approfondimento sulle dinamiche della serie, evidenziando le scelte narrative e le criticità riscontrate rispetto alle stagioni precedenti. La produzione, disponibile su Apple TV+, si basa sui romanzi di Mick Herron e segue le vicende di un gruppo di agenti segreti considerati falliti, guidati dall’irriverente Jackson Lamb interpretato da Gary Oldman. Analizzeremo gli aspetti principali che caratterizzano questa nuova tranche e i motivi per cui alcuni elementi risultano meno efficaci rispetto al passato.

le differenze tra la serie e il materiale originale

distacco dalla trama dei romanzi

La sceneggiatura della quinta stagione si discosta in modo sostanziale dal romanzo “London Rules”, da cui trae ispirazione. Tra le variazioni più significative si nota una rappresentazione più realistica della minaccia terroristica a Londra, che però rende l’ambientazione meno affascinante agli occhi dello spettatore. Questa scelta comporta una perdita di alcune sfumature che nel libro contribuivano a creare un’atmosfera più grottesca e ironica.

scelte narrative discutibili

Un episodio particolarmente criticato è quello in cui uno dei personaggi principali saluta improvvisamente e lascia la scena senza preavviso, creando sconcerto tra gli spettatori. Tale decisione appare poco coerente con lo sviluppo narrativo complessivo e riduce l’efficacia del momento di tensione o sorpresa previsto dalla trama.

la gestione degli eventi chiave e il tono della narrazione

il problema del trattamento degli eventi drammatici

Il primo episodio si distingue come il migliore dell’intera stagione, grazie a un’atmosfera malinconica e intensa. Successivamente si assiste a una svalutazione degli eventi più crudi e grotteschi presenti nel romanzo, come quello centrale sviluppato nel quarto episodio. La scena che dovrebbe rappresentare il culmine dell’assurdo viene trattata con superficialità, perdendo così il senso di brutalità che caratterizzava la narrazione originale.

l’impatto sulla rappresentazione dei personaggi

I protagonisti principali mostrano segni di stanchezza narrativa: Gary Oldman, Jack Lowden, Kristin Scott-Thomas e gli altri membri del cast non riescono più a conferire profondità ai loro ruoli. La caratterizzazione diventa ripetitiva e stereotipata, con personaggi ridotti a macchiette prive di evoluzione significativa. In particolare, la figura di River Cartwright appare limitata a battute convenzionali per mantenere l’interesse del pubblico.

considerazioni finali sulla qualità complessiva

“Slow Horses” ha già ottenuto il rinnovo per ulteriori due stagioni, ma emergono segnali preoccupanti riguardo alla capacità dello show di mantenere fede allo spirito originario dei libri. La distanza troppo marcata dal materiale letterario rischia di compromettere l’autenticità delle storie raccontate, portando ad una perdita progressiva della sostanza narrativa.

  • Gary Oldman
  • Jack Lowden
  • Kristin Scott-Thomas

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