10 vincitori del miglior film Oscar dimenticati da rivedere subito
Nel panorama cinematografico internazionale, gli Oscar rappresentano il riconoscimento più prestigioso, consacrando film di grande rilievo e lasciando spesso in secondo piano opere di valore che, col tempo, tendono a essere dimenticate. Lungo quasi un secolo di storia, molte pellicole premiate con il riconoscimento di Best Picture sono state dimenticate o al contrario, sono state sottovalutate nonostante la loro qualità. In questo approfondimento, vengono analizzati alcuni di questi film che, pur avendo ricevuto il massimo onore, risultano oggi meno conosciuti.
spotlight (2015)
Il film Spotlight, vincitore di quell’anno, racconta le indagini della redazione del Boston Globe su un’enorme cospirazione all’interno della Chiesa cattolica. Nonostante la sua importanza e il richiamo ai fatti reali, nel tempo ha progressivamente perso visibilità. Il film, diretto da Tom McCarthy, si distingue per la regia naturalistica, le interpretazioni di attori come Mark Ruffalo e Rachel McAdams e per aver ottenuto una sola statuetta oltre il premio principale.
Il lungometraggio si mantiene coinvolgente a distanza di anni, grazie anche a un approccio che privilegia la rappresentazione autentica, offrendo un esempio di cinema di qualità senza eccessi sentimentali.
the artist (2011)
Il film The Artist si distingue per il suo stile retrò, tinto di black & white e in formato 4:3, richiamando il cinema muto hollywoodiano. La pellicola è un omaggio alle radici della settima arte e, nonostante l’epoca in cui uscì, la sua estetica e le tecniche visive hanno ancora molto da dire.
Il successo immediato si è affievolito nel tempo, ma l’opera mantiene un fascino unico, soprattutto per la capacità di riprodurre le tecniche di un periodo passato attraverso un linguaggio cinematografico moderno e accessibile.
out of africa (1985)
Il film Out of Africa, premiato nel 1986, narra la storia di un’aristocratica danese innamorata di un cacciatore di grandi predatori, ambientata in una cornice africana. Nonostante le critiche per il ritmo lento, si distingue per la grandiosità delle scenografie e delle interpretazioni, in particolare di Meryl Streep e Robert Redford.
Nel suo periodo, il film è stato molto apprezzato e rappresenta un esempio classico di cinema di grande impostazione romantica e visivamente imponente, molto in linea con i gusti dell’Academy di quegli anni.
terms of endearment (1983)
Il film Terms of Endearment trova spazio tra le pellicole meno ricordate, nonostante il suo grande successo e le interpretazioni di alto livello di Shirley MacLaine, Debra Winger e Jack Nicholson. La narrazione esplora il legame complesso tra madre e figlia nel corso di tre decenni, mostrando equilibrio tra commedia e dramma.
Il film si distingue per la sua sensibilità e capacità di coinvolgere gli spettatori nel racconto familiare, rimanendo un esempio di cinema che invita a una seconda visione per coglierne tutte le sfumature emotive.
ordinary people (1980)
Ordinary People, vincitore controverso, narra la difficile elaborazione del lutto di una famiglia benestante dopo la morte di un figlio. Il film, diretto da Robert Redford, è noto per la sua rappresentazione sincera delle sfide della malattia mentale, trattata con rispetto e introspezione.
Ancora oggi, il film si presenta come un modello di narrazione sensibile e realistico, distinguendosi per un impianto che si discosta dai cliché tipici di quel periodo.
oliver! (1968)
Il musical Oliver! è spesso trascurato rispetto ad altre pellicole premiate, ma si presenta come un’opera di grande fascino. Adattamento del romanzo di Charles Dickens, è un esempio di musical classico, con coreografie ricche e musiche coinvolgenti.
Il suo stile, che unisce il grandioso del musical tradizionale con un tocco di modernità, gli permette di rimanere attuale anche a distanza di decenni.
a man for all seasons (1966)
Ricostruzione storica e dialoghi serrati caratterizzano A Man for All Seasons. La pellicola, che racconta gli ultimi giorni di Sir Thomas More e il suo scontro con Enrico VIII, si distingue per la raffinatezza delle interpretazioni e la raffinatezza dei costumi. È considerata una delle ultime grandi produzioni della Hollywood classica.
Nonostante la sua importanza nel panorama cinematografico, si trova oggi in ombra rispetto ad altri titoli della stessa epoca.
the lost weekend (1945)
Il film The Lost Weekend, capolavoro di Billy Wilder, tratta il tema difficile della dipendenza da alcol, attraverso la storia di uno scrittore in fase di disturbo mentale. È un’opera meno ricordata tra le tante meraviglie di Wilder, ma di grande impatto emotivo e visivo.
Grazie ai suoi contenuti così attuali, il film si rivela un esempio di narrazione intensa e analitica sul disagio umano.
rebecca (1940)
Il neo-noir di Alfred Hitchcock, Rebecca, rappresenta l’unica vittoria dell’autore agli Oscar. La trama segue una giovane sposa che si trova a convivere con il passato della prima moglie del marito, in un’atmosfera carica di suspense e mistero.
Pure perla del cinema classico, ha colpito per le sue atmosfere inquietanti e il modo in cui Hitchcock ha distillato l’angoscia e il brivido, rimanendo oggi un punto di riferimento.
all quiet on the western front (1930)
Primo film a ricevere il premio come Miglior film (allora Outstanding Production), All Quiet on the Western Front è un classico del cinema di guerra, che ha rivoluzionato il modo di rappresentare il conflitto e la brutalità della Prima guerra mondiale. La pellicola si distingue per il suo realismo crudo e le tecniche innovative, che influenzarono generazioni di registi.
Il film, dal forte impatto visivo e narrativo, si avvicina alla completezza artistica e tematica, rappresentando un punto di riferimento per il cinema anti-guerra.
Da febbraio 2026, l’opera entrerà nel pubblico dominio, rendendo ancora più accessibile la sua fruizione e riscoperta.