10 film da vedere assolutamente che hanno ispirato il lavoro di Edgar Wright

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Le opere cinematografiche di Edgar Wright mostrano una profonda influenza da parte di numerosi classici e film di culto, che hanno contribuito a plasmare il suo stile unico e riconoscibile. In questo approfondimento, saranno analizzate alcune delle pellicole che hanno lasciato un’impronta significativa sulla sua carriera, evidenziando i riferimenti più evidenti e la continuità tra passato e presente nel suo percorso artistico.

night of the living dead (1968)

Nel suo film d’esordio Shaun of the Dead, Edgar Wright ha dedicato grande rispetto a George A. Romero. Ce rendiamo conto di quanto Romero abbia rivoluzionato il genere zombie con Night of the Living Dead, film che ha creato i moderni non-morti. Wright ha reso omaggio a questo classico, integrando elementi di horror e umorismo nero per creare una commedia horror riuscita. Romero stesso ha apprezzato Shaun of the Dead e ha invitato Wright e Simon Pegg a partecipare come cameo in Land of the Dead, interpretando dei zombie. La pellicola di Romero rimane un punto di riferimento, che Wright non ha mai nascosto di aver studiato approfonditamente.

the italian job (1969)

Tra le influenze di Wright vi è anche The Italian Job, il celebre film di rapine del 1969 con Steve McQueen. Wright ha più volte sottolineato come le sequenze di inseguimento in auto, soprattutto quella ambientata a Torino, siano state fonte di ispirazione per le sue scene di corsa in Baby Driver. La colonna sonora scelta, composta da Quincy Jones, ha avuto un ruolo fondamentale nell’accompagnare i momenti più intensi delle chase, dimostrando l’importanza di sincronizzare musica e immagini per ottenere un effetto immersivo.

peeping tom (1960)

Un film che ha profondamente influenzato Wright è Peeping Tom, capolavoro noir di Roman Polanski. Wright ha dichiarato di averlo visto anche nel contesto della sua formazione e di averlo apprezzato per il suo stile minimalista e scarno di dialoghi. La tematica delle allucinazioni e della percezione distorta della realtà si riflettono anche in Last Night in Soho, film in cui viene riproposto lo scenario di un appartamento londinese trasformato in un luogo di incubi e visioni disturbanti.

rushmore (1998)

Il cinema di Wes Anderson ha rappresentato un’importante fonte di ispirazione per Wright. Rushmore viene visto come un esempio di stile estetico e narrativo che ha influenzato il suo modo di realizzare serial tv e film. L’attore Jason Schwartzman, interprete di Max Fischer, è stato uno dei protagonisti di Wright, apparendo anche in Scott Pilgrim vs. The World. Wright ha definito il film di Anderson un “capolavoro intramontabile” e sottolinea come la sua visione stilistica abbia aperto nuove strade a molti giovani registi italiani e internazionali.

le samouraï (1967)

Tra i modelli stilistici più significativi vi è Le Samouraï di Jean-Pierre Melville, esempio di neo-noir. Wright ne ha apprezzato la purezza visiva e il minimalismo, ammirando il protagonista Alain Delon. Questa pellicola ha ispirato Wright anche per Hot Fuzz, dove alcune scene, come quella del protagonista disteso nel suo appartamento spoglio, sono un omaggio diretto. La frenesia del silenzio e il ruolo del protagonista come uomo di poche parole sono elementi che Wright rivisitato con rispetto e attenzione.

repulsion (1965)

Uno dei film più influenti nell’ispirare Last Night in Soho è Repulsion di Roman Polanski. La rappresentazione della sanità mentale attraverso la claustrofobia di un appartamento londinese, i sogni agitati e il senso di disorientamento sono aspetti condivisi con il film di Wright. Sugli scaffali della sua libreria, Wright ha più volte citato Repulsion come uno dei 25 film degli anni Sessanta che lo hanno maggiormente ispirato, contribuendo a definire l’atmosfera disturbante delle sue opere.

the wicker man (1973)

Tra i riferimenti più evidenti per Hot Fuzz vi è The Wicker Man. La trama di un poliziotto inviato in un villaggio isolato, dove scopre un culto nascosto, riprende molti leitmotiv del film di Robin Hardy. Wright si è dichiarato fan del film e ha sottolineato come le scene di investigation e il tono inquietante abbiano influenzato la sua rappresentazione della comunità occulta. La presenza dell’attore Edward Woodward in entrambi i film evidenzia una continuità di ispirazione tra le due opere.

this is spinal tap (1984)

Wright considera This Is Spinal Tap uno dei più grandi film di satira musicale e uno tra i più influenti della commedia britannica. La capacità di usare la musica in modo parodico e di instaurare un tono umoristico attraverso le scene più iconiche ha segnato profondamente il suo stile. Wright ha ammesso di conoscere a memoria il film, considerandolo un modello di come la comicità può essere mantenuta intelligente e fedele alla cultura pop.

the good, the bad and the ugly (1966)

Come primo lavoro, Wright ha realizzato un film western amatoriale dal basso budget, A Fistful of Fingers, che si ispira direttamente ai spaghetti western di Sergio Leone e, in particolare, a Il buono, il brutto, il cattivo. La leggenda del cinema italiano ha rappresentato per Wright un modello di narrazione visivamente operatica, arricchita dalla musica di Morricone, e gli ha aperto la strada verso i grandi classici del cinema di genere.

invasion of the body snatchers (1978)

Tra le ultime influenze segnalate da Wright vi è il remake del 1978 di Invasion of the Body Snatchers. La scena del momento in cui il personaggio di Donald Sutherland urla e indica qualcosa di minaccioso ha rappresentato una fonte di ispirazione per la sequenza di robot nel film The World’s End. Wright si è spesso soffermato sull’importanza di questo film nell’immaginario horror e di come il senso di paranoia e di perdita di identità siano temi ricorrenti nelle sue opere.

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