Momenti controversi de The Boys che hanno oltrepassato il limite

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La serie televisiva The Boys si distingue per il suo contenuto spesso provocatorio e crudo, che supera di gran lunga la narrazione dei fumetti originali. La trasmissione ha suscitato numerose controversie a livello internazionale, portando a divieti e censure in diversi Paesi. In questo approfondimento si analizzano le principali restrizioni imposte alla versione cartacea e televisiva di The Boys, evidenziando come alcuni elementi grafici e simbolici abbiano determinato blocchi e divieti significativi.

divieto in germania per simbolo nazista

The Boys #34 di Garth Ennis e Carlos Ezquerra

Il numero 34 della serie, disegnato da Garth Ennis con illustrazioni di Carlos Ezquerra, è stato al centro di polemiche a causa della copertina che presenta una svastica sul frontespizio. Questo simbolo rappresenta un chiaro riferimento ai nazisti, un elemento severamente proibito dalla legislazione tedesca post Seconda guerra mondiale. La presenza del simbolo ha portato al ritiro immediato del volume in Germania, anche se il contenuto narrativo non promuove né glorifica l’uso della svastica o ideologie naziste.

Nonostante la violenza esplicita presente nella storia, il motivo principale del divieto risiede nella copertina iconografica. La legge tedesca vieta la riproduzione di simboli nazisti per motivi storici e culturali.

tutti i fumetti di The Boys vietati nelle carceri texane

Ogni singola uscita viola le norme texane

Le autorità penitenziarie dello Stato del Texas hanno bandito nel tempo oltre 10.000 titoli letterari, tra cui tutti gli albi della serie The Boys. La legge locale proibisce materiali che contengano nudità esplicite, scene sessuali grafiche o violenza estrema. Poiché ogni volume presenta questi elementi in modo ricorrente, nessuna delle pubblicazioni può essere ammessa nelle strutture detentive statunitensi.

I motivi principali sono legati alle normative sulla sicurezza e alla tutela dei minori: i volumi sono classificati come adatti esclusivamente agli adulti, rendendo impossibile l’accesso ai detenuti più giovani.

restrizioni in Qatar e Singapore

The Boys sarebbe vietato anche in Qatar

A seguito di alcune testimonianze riportate da residenti locali, sembra che il fumetto abbia incontrato un divieto d’importazione nel Paese arabo. Un esempio riguarda una donna che ha ordinato tutte le undici parti della serie senza successo: i pacchi sono stati restituiti dal servizio doganale con una descrizione che li definisce come “riviste sessuali”. Questa etichetta riflette le rigide politiche contro i contenuti considerati immorali o osceni.

il show televisivo vietato anche a singapore

La piattaforma Amazon ha segnalato il divieto dell’adattamento televisivo negli altri paesi asiatici come Singapore. Le ragioni principali riguardano la forte rappresentazione di violenza cruda e tematiche LGBTQ+, considerate offensive dalle norme locali. Sebbene non ci siano conferme ufficiali circa il bando dei fumetti cartacei nello stesso territorio, è probabile che anche questi ultimi siano soggetti a restrizioni simili a causa delle rappresentazioni esplicite di relazioni omosessuali presenti nei testi originali.

restrizioni in australia e india

Fumetti quasi irraggiungibili da acquistare in australia

L’Australia applica un sistema di classificazione approvato dall’Australian Classification Board (ACB), equivalente all’MPAA statunitense. Alcuni numeri vengono valutati come Categoria 1 Restricted (per soli maggiorenni) o Unrestricted M (non raccomandata sotto i 15 anni). Questi criteri limitano fortemente la possibilità di acquisto o consultazione in librerie pubbliche o private.

Le restrizioni derivano dalla presenza costante di scene esplicite di nudità e sesso, oltre a violenza estremamente grafica. Di conseguenza, molte copie risultano difficili da reperire sul mercato locale.

censura da parte della dc per parodying delle supereroine

l’origine della fine della collaborazione con dc comics

Inizialmente pubblicata sotto l’etichetta Wildstorm di DC Comics, la serie The Boys fu censurata fin dai primi numeri per via delle sue parodie satiriche sui supereroi classici. Il primo problema riguardò una copertina parodica dell’iconico gruppo The Seven che satirizzava le Justice Society of America su All-Star Comics #3. DC impose immediatamente la sostituzione dell’immagine originale con una versione meno provocatoria.

Poi arrivarono altre restrizioni legate alla rappresentazione dell’uso di droghe e scene violente esplicite; tali elementi erano incompatibili con l’immagine più “pulita” desiderata dall’editore pro-supereroe.

la cancellazione definitiva dovuta all’approccio dark

perché DC ha deciso di interrompere la pubblicazione?

I contenuti molto critici verso l’universo dei supereroi – spesso anti-establishment – hanno reso difficile mantenere un rapporto stabile con DC Comics. La narrazione profondamente antagonistica rispetto al genere tradizionale si scontrava con l’immagine propositivo del marchio editoriale. Alla fine, DC decise di sospendere definitivamente le pubblicazioni dopo aver giudicato troppo disturbanti alcuni temi trattati negli episodi iniziali.

divieti internazionali: giappone e india

contenuti simili ai fumetti? Non proprio.

Sebbene siano stati segnalati divieti sulla trasmissione televisiva de The Boys anche nei paesi asiatici come Giappone ed India, non ci sono prove concrete circa il bando totale dei fumetti cartacei stessi. Entrambi i paesi regolamentano severamente contenuti pornografici o offensivi riguardanti minori o temi socialmente sensibili; tuttavia, The Boys, pur essendo molto esplicito nei dialoghi e nelle immagini relative alle relazioni omosessuali tra adulti, non supera queste soglie critiche.
Perciò si può presumere che eventualmente potrebbe esserci una revisione normativa futura ma attualmente i volumi rimangono accessibili sotto restrizione moderata o senza particolari limitazioni legali dirette.

Membri del cast:
  • Nessun protagonista specifico menzionato nel testo originale; focus sulle controversie legislative e censorie.

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