Citadel Diana: Perché il Blockbuster di Prime Video Lotta a Decollare

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L’ambizione è un elemento che esercita un forte richiamo su molti, dal momento che ogni individuo ha le proprie preferenze, dai progetti più intimi e ridotti fino ai blockbuster di grande respiro. Sebbene non esista un approccio giusto o sbagliato, è interessante notare come anche gli appassionati di produzioni minori non siano in grado di resistere a lungo alla tentazione di proposte ambiziose. Citadel, concepita dai fratelli Russo, è un progetto audace, con l’intento di dominare il genere spy action/thriller sulla piattaforma streaming. Il risultato, Risulta ben al di sotto delle aspettative, considerando il budget investito e le grandi aspirazioni, specialmente dopo una stagione iniziale poco incisiva, seguita da un primo spin-off che non apporta significative novità.

introduzione a citadel: diana

Citadel: Diana, in anteprima su Prime Video il 10 ottobre, rappresenta il primo di una serie di spin-off, sebbene solo marginalmente collegato alla serie principale e ambientato in Italia. Il risultato, alla fine, risulta simile a quanto già visto, con un mix di idee poco innovative. Ci si trova di fronte a un interessante “vorrei ma non posso”, che va oltre le semplici frasi fatte.

una partenza promettente con elementi familiari

Per comprendere Citadel: Diana, si deve innanzitutto considerare la trama. Ambientata in Italia, la protagonista, interpretata da Matilda De Angelis, è una agente di Manticore intrappolata in un complotto internazionale riguardante una misteriosa arma. Il suo passato, complesso e interconnesso con Citadel, complica ulteriormente la situazione.

Nonostante i presupposti intriganti, questa serie spin-off esprime una qualità simile alla serie originale, ma si sviluppa attraverso un approccio differente. La narrazione presenta elementi più accattivanti e sviluppi che consentono una maggiore esplorazione di Manticore e delle sue dinamiche interne, sebbene la superficialità rimanga predominante. Inoltre, Diana è caratterizzata da conflitti familiari e da interazioni intriganti con altri personaggi, permettendo alla serie di emergere modestamente.

  • Matilda De Angelis
  • Altri personaggi intriganti

problematiche nella narrazione

Ci sono numerosi elementi in Diana che non funzionano, con diversi punti di difficoltà nella narrazione. La protagonista è introdotta con un profilo ben definito, ma in seguito perde senso, privando il personaggio del suo appeal e della coerenza necessaria per mantenere l’interesse del pubblico. Di conseguenza, l’intero canovaccio narrativo si presenta confuso, con sviluppi poco credibili e twist narrativi poco giustificati.

mancanza di tensione nelle scene d’azione

Una delle carenze più significative di Diana è la realizzazione delle sequenze d’azione, che emergono come lente e poco avvincenti. La serie si sforza di mettere in primo piano i personaggi, ma il numero scarso di scene d’azione a ritmo sostenuto contraddice questa visione. Le sequenze risultano monotone e prive di suspense, un elemento cruciale in un thriller spionistico.

I momenti più avvincenti sono rari e non riescono a raggiungere un livello di entusiasmo accettabile. Citadel: Diana si profila quindi come un’opera con potenzialità inespresse, incapace di sfruttare al meglio le sue idee, creando un prodotto che fatica a trovare una propria identità.


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