Recensione Woman of the Hour: un avvincente crime basato su fatti reali da non perdere

La storia di Rodney Alcala rappresenta un paradosso inquietante, dimostrando come spesso il male si nasconda sotto una facciata ingannevole. Questo serial killer noto è deceduto nel 2021, dopo un lungo periodo trascorso in prigione, e ha ricevuto sospetti per circa 130 omicidi, anche se ufficialmente è stato condannato solo per otto casi. Il vero paradosso risiede nel fatto che Alcala è apparso in un celebre programma televisivo statunitense, il Gioco delle Coppie, guadagnandosi così l’appellativo di Dating Game Killer. Durante la sua partecipazione, Alcala si mostrava come un individuo affabile e sicuro di sé, capace di conquistare l’interesse della concorrente con le sue battute.

woman of the hour: il gioco delle parti

Il film Woman of the Hour è stato realizzato sotto la direzione di Anna Kendrick, che ha rivestito non solo il ruolo di protagonista, ma ha anche assunto le funzioni di producer e regista, segnando il suo debutto alla regia. Quest’opera cerca di riflettere le ingiustizie sociali degli anni Settanta, un periodo in cui le denunce femminili venivano frequentemente minimizzate e sottovalutate, lasciando i colpevoli impuniti. La narrazione di circa un’ora e mezza riesce a mantenere l’attenzione del pubblico, alternando la vita dell’assassino con quella di Cheryl Bradshaw, l’aspirante attrice interpretata dalla stessa Kendrick. Il film presenta momenti forti, a partire da un prologo che mette in luce la fragilità mentale del villain, figura tanto reale da risultare inquietante.

il fascino del male

La sceneggiatura alterna momenti del quiz televisivo con i terribili crimini commessi da Alcala, creando una tensione crescente fino a un finale risolutore, purtroppo segnato da traumi e sofferenze. La trama approfondisce i sogni e le ambizioni di Cheryl, mostrandola costretta a partecipare a un programma TV come ultima possibilità per far decollare la sua carriera. Nel frattempo, un’altra donna cerca di affermarsi in un sistema giuridico dominato dalla misoginia, affrontando indifferenza e omertà.

Woman of the Hour, disponibile in esclusiva su Netflix come originale, è stato presentato al Toronto International Film Festival lo scorso anno. Il film adotta un ritmo misurato, intervallato da ondate di brutalità, per evidenziare le contraddizioni di un sistema sociale che spesso ignora le vittime. La regista evita di spettacolarizzare il dramma, applaudendo una narrativa densa e riflessiva. Sebbene ci siano momenti in cui il ritmo risenta di una durata apparentemente eccessiva per il contenuto, il film cattura l’interesse con scelte di casting intriganti, compreso il demonio rassicurante di Daniel Zovatto nel ruolo del killer.


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