Una Foresta di Misteri: Recensione Avvincente della Serie Netflix If a Tree Falls

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Un detto coreano recita: “Una pietra lanciata con noncuranza può uccidere una rana”, un’affermazione che invita a riflettere. Almeno una volta, tutti possono sentirsi come quella rana, colpiti da eventi che sembrano immeritati e inevitabili. Attanagliati dai sensi di colpa per eventi che ci si ripete si sarebbe potuto evitare, come ferire una persona cara o vivere un fallimento personale, ci si interroga incessantemente sul perché la sfortuna ci abbia toccato. Questa riflessione è alla base della trama del nuovo mystery thriller Se un albero cade in una foresta di Netflix, una miniserie sudcoreana creata da Mo Wan-il e Son Ho-young, disponibile dal 23 agosto 2024.

due storie e innumerevoli intrecci

In Se un albero cade in una foresta, la trama si dipana attraverso un’intricata serie di narrazioni interconnesse, in cui due storie, all’apparenza separate nel tempo e nello spazio, si avviluppano in un inesorabile sistema di causa-effetto.

il destino di Koo Sang-joon

La prima storia si colloca nei primi anni 2000 e narra la sorte di Koo Sang-joon (Yoon Kye-sang), proprietario del Lakeview Motel. Insieme alla sua famiglia, Sang-joon viveva un’esistenza serena fino a quando l’arrivo di un assassino stravolse tutto, portando colpa e disperazione per aver ospitato inconsapevolmente un omicida. L’effetto devastante si tradusse nella depressione della moglie Seo Eun-gyeong (Ryu Hyun-kyung) e nel bullismo verso il loro figlio adolescente, con il motel sull’orlo del fallimento alimentando un vortice di disperazione familiare.

il mistero contemporaneo di Jeon Yeong-ha

La seconda storia si svolge vent’anni dopo, con Jeon Yeong-ha (Kim Yun-seok) che si ritrova coinvolto in un nuovo enigma quando ospita un’enigmatica visitatrice e il suo bambino. Il mattino successivo, la donna scompare, lasciando indietro il suo bambino, e una serie di indizi inquietanti sfidano Yeong-ha a confrontarsi nuovamente con la polizia del passato.

un intreccio di filosofia e caos

Ogni episodio si apre con l’interrogativo: “Se un albero cade in una foresta e nessuno è presente per sentirlo, fa rumore?”, una riflessione ispirata dal filosofo irlandese George Berkeley. Il suggerimento della serie, però, sembra opporsi all’idea di Berkeley, presentando ogni evento come contributo cruciale nel tessuto di cause ed effetti che modella il destino dei personaggi, sfidando lo spettatore a rivedere la propria morale e comprensione della realtà.

un thriller avvincente e complesso

Anche se inizialmente la narrazione può apparire un po’ lenta, Se un albero cade in una foresta emerge come un potente mix di thriller psicologico e dramma familiare. La regia, supportata da una fotografia e una colonna sonora meticolosamente studiate, crea un’atmosfera avvolgente capace di coinvolgere emotivamente, mentre l’utilizzo ponderato dei colori amplifica il contrasto visivo, riflettendo le emozioni intense sperimentate dai protagonisti. Questa serie, dunque, offre un’esperienza che va ben oltre il semplice intrattenimento, esplorando temi complessi attraverso una narrazione profonda e ben strutturata.


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