K-drama: 10 serie da evitare assolutamente

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Il panorama delle serie coreane, o K-dramas, si distingue per la varietà di generi e stili narrativi che riescono ad attirare un pubblico internazionale sempre più vasto. Non tutte le produzioni risultano ugualmente apprezzabili: alcune sono considerate dei veri e propri capolavori, mentre altre presentano caratteristiche che ne compromettono la qualità complessiva. In questo approfondimento vengono analizzate alcune tra le serie meno riuscite o più discutibili del recente panorama K-drama, evidenziando i motivi per cui potrebbero non essere consigliate a tutti gli spettatori.

playful kiss (2010)

la mancanza di innovazione nel sottogenere

Tra le prime interpretazioni di Kim Hyun-joong dopo il successo in Boys Over Flowers, si trova Playful Kiss. La serie si basa sul manga giapponese Itazura Na Kiss di Tada Kaoru, arrivando alla sua terza versione coreana. La trama ruota attorno a Oh Ha-ni, una studentessa con voti bassi che si innamora di Baek Seung-jo, il ragazzo più popolare della classe, che però non le rivolge interesse.
Il problema principale di questa produzione risiede nel suo approccio troppo stereotipato. La storia ripropone cliché già visti molte volte, senza aggiungere elementi originali o innovativi. Inoltre, la rappresentazione di Ha-ni come personaggio che insistentemente cerca l’attenzione di Seung-jo anche quando lui ripete più volte di non essere interessato appare datata e poco rispettosa dell’autostima femminile.
L’effetto complessivo è quello di una serie troppo prevedibile e poco coinvolgente.

empress ki (2013)

una narrazione lunga e complessa

Empress Ki ha riscosso grande successo sia in patria che all’estero grazie alle sue scenografie eleganti e a un cast ben strutturato. Ambientata durante la dinastia Yuan, racconta la scalata al potere di Ki Seung-nyang, una donna nata in condizioni modeste ma destinata a diventare imperatrice.

La serie si sviluppa su 51 episodi, molto più lunghi rispetto agli standard tradizionali dei K-dramas (16-22 episodi). Questa lunghezza può rendere la narrazione lenta e faticosa da seguire.

Se da un lato permette uno sviluppo approfondito dei personaggi e delle trame politiche, dall’altro rischia di appesantire il ritmo complessivo della serie.

the heirs (2013)

scarsa originalità nel racconto sentimentale

The Heirs, scritto da Kim Eun-sook ed interpretato da Lee Min-ho e Park Shin-hye, avrebbe dovuto rappresentare un’altra pietra miliare del genere romantico. La trama segue le vicende sentimentali tra Kim Tan, erede ricco ma problematico, e Cha Eun-sang, una ragazza proveniente da condizioni economiche modeste.
Purtroppo questa produzione soffre di troppi cliché: il classico scenario del ragazzo ricco che si innamora della ragazza povera viene riproposto senza alcuna novità significativa. Nonostante l’attore protagonista porti carisma sullo schermo, la narrazione risulta prevedibile e poco originale rispetto ad altri titoli simili come “Boys Over Flowers”.
I punti deboli principali sono l’eccessiva dipendenza dai luoghi comuni e una gestione poco coerente delle storyline secondarie.

  • Park Shin-Hye – Cha Eun-sang

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