Joy: Finale Svelato, il Primo Bambino FIV e il Destino dei Ricercatori nella Realtà

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Joy, disponibile su Netflix, si distingue per un finale soddisfacente che illustra la nascita del primo bambino concepito tramite fecondazione assistita. L’opera esplora non solo gli aspetti scientifici della ricerca, ma anche le tensioni umane affrontate da Jean e Bob, protagonisti della storia. Questa rappresentazione rivela le sfide e le avversità personali, compresi attacchi alla loro privacy e rapporti interrotti, sottolineando il valore delle loro scoperte scientifiche e i sacrifici personali.

Jean si trovò a combattere contro le critiche di sua madre e della comunità, mentre Bob tentava di sensibilizzare il pubblico sulla realtà della lotta per la fertilità, subendo, a sua volta, il biasimo dei media. Con il progredire della ricerca verso una gravidanza riuscita, la determinazione di Jean, Bob e Patrick divenne un esempio di resilienza, culminando nel loro straordinario successo che ha migliorato le prospettive per chi affronta l’infertilità.

Il significato del nome Joy per Louise Brown

Il significato del nome Joy

In seguito al parto cesareo di Louise, Bob rivelò che i genitori avevano deciso di dare un secondo nome alla loro bambina, proponendo “Joy”. Questo nome non è solo una celebrazione del successo del progetto, ma rappresenta anche il significativo percorso che ha portato alla nascita di Louise Joy Brown.

Jean, Bob e Patrick hanno visto la loro ricerca come un’opportunità per alleviare la sofferenza di chi desidera un figlio, con quasi un decennio di sforzi e fallimenti che ha reso la nascita di Louise un traguardo emblematico, portando speranza a molte persone.

Le sfide affrontate da Jean, Bob e Patrick nella FIV

Il trio si era quasi ritirato dalla ricerca

La trama di Joy racconta la cronaca di diversi tentativi, mostrando i momenti di crisi vissuti da Jean, Bob e Patrick nel periodo che va dal 1971 al 1975. Jean, in particolare, tentò di ritirarsi dalla ricerca dopo un episodio riguardante l’uso di paraffina liquida, ma è stato solo dopo un periodo di pausa che il gruppo riuscì a riprendere il lavoro con rinnovato vigore, con nuove strategie per il prelievo ovocitario.

Le motivazioni personali di Jean nella FIV

Le esperienze personali di Jean e il suo impegno

Motivi profondi hanno spinto Jean Purdy a dedicarsi allo studio della riproduzione. La scoperta della sua grave endometriosi, che le avrebbe impedito di beneficiare della FIV, ha fatto emergere la sua determinazione a garantire che altri potessero avere opportunità che lei non avrebbe potuto sperimentare. Questo aspetto della sua storia rende il suo impegno ancora più significativo, dato il rifiuto e l’ostracismo che ha subito dalla propria famiglia e comunità.

La rinascita della ricerca dopo la morte della madre di Jean

Il permesso implicito per tornare alla ricerca

Dopo numerosi conflitti con sua madre Gladys May, Jean trovò la forza di continuare la sua ricerca. Nonostante il disaccordo e le richieste di abbandonare la strada intrapresa, Gladys, alla vigilia della sua morte, espresse un permesso silenzioso a Jean di proseguire nella sua missione, portandola a ritornare al laboratorio e a lavorare per migliorare la FIV.

Il futuro di Jean, Bob e Patrick

La nascita di Louise e l’apertura della Bourn Hall

Il film si chiude sulla nascita di Louise Joy Brown, traccia un legame diretto con l’apertura della prima clinica mondiale di fecondazione assistita a Bourn Hall. Dopo questa storica nascita, il team continuò a contribuire attivamente alla FIV, nonostante l’incredibile pressione e l’opposizione esterna.

Il messaggio centrale di Joy

Resilienza e perseveranza come temi fondamentali

Nel suo complesso, Joy illustra chiaramente gli ostacoli affrontati da Jean, Bob e Patrick, il cui impegno costante è stato decisivo nella lotta per l’accettazione della FIV. La gravidanza di Lesley Brown ha rappresentato il trionfo finale del gruppo e ha trasformato la loro ricerca, conferendo speranza a coloro che desiderano concepire. Il messaggio di resilienza e perseveranza è il vero lascito del film, sottolineando l’importanza del lavoro del trio e il loro impatto duraturo sulla fecondazione assistita.


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