Storie d’origine peggiori nei film di supereroi, classifica

analisi delle peggiori origini dei supereroi sul grande schermo
Le storie di origine rappresentano il cuore pulsante del cinema dedicato ai supereroi, poiché definiscono le motivazioni, i conflitti e l’evoluzione dei personaggi. Quando sono ben realizzate, queste narrazioni possono diventare momenti iconici e memorabili; invece, se falliscono, rischiano di compromettere l’intera qualità della pellicola. In questo approfondimento si analizzano alcune delle interpretazioni più deludenti delle origini di celebri eroi, evidenziando gli errori che hanno portato a risultati poco convincenti.
le origini più discutibili nel cinema di supereroi
il caso di “L’incredibile Hulk” (2008)
Il film Marvel “L’Incredibile Hulk” evita quasi completamente di mostrare l’origine del protagonista Bruce Banner, relegandola a un montaggio all’inizio del film. Questa scelta priva lo spettatore di un’adeguata introduzione emotiva al personaggio e alla sua tragedia. La trasformazione tramite radiazioni gamma viene appena accennata, lasciando poco spazio alla comprensione del suo percorso interiore e delle conseguenze psicologiche.
“Madame Web” (2024): una narrazione poco coinvolgente
Il film “Madame Web” appare come un esempio di origin story costruita più per impostare un universo condiviso che per raccontare una vera evoluzione narrativa. La storia di Cassandra Webb si basa su un complesso intreccio di spiegazioni dense e poco ispirate, con elementi che non trovano riscontro nei fumetti originali. Risulta così una trama insipida e priva di profondità emotiva.
“Elektra” (2005): la rinascita senza spessore
Nel film “Elektra”, la resurrezione della protagonista avviene in modo frettoloso e confuso. Dopo la morte in “Daredevil” (2003), il ritorno dell’assassina è trattato con superficialità, senza esplorare appieno le implicazioni psicologiche o emotive della sua rinascita. La narrazione si concentra esclusivamente sulla protezione di un bambino profetico, trascurando il legame con il passato e la crescita personale del personaggio.
“X-Men – Origini: Wolverine” (2009): dall’epopea alle contraddizioni narrative
L’apertura del film promette molto con sequenze epiche ambientate in diverse epoche storiche, ma poi si perde in dialoghi forzati e trame governative poco credibili. La mancanza di uno sviluppo autentico dell’arco emotivo di Logan rende difficile empatizzare con lui, riducendo la sua nascita a un espediente narrativo superficiale.
“Fant4stic” (2015): tentativo fallito di rivisitazione
Il reboot dei Fantastici Quattro tenta una versione più oscura ma si limita a riproporre i cliché già visti senza aggiungere nulla di nuovo o emozionante. Il lento sviluppo dei personaggi e l’assenza di motivazioni profonde rendono questa origine poco convincente e scarsamente coinvolgente.
“Daredevil” (2003): l’origine nascosta tra cliché
Nel film “Daredevil”, l’origine dell’eroe viene trattata superficialmente: il trauma subito da Matt Murdock non viene approfondito né mostrato nel dettaglio come abbia sviluppato i suoi sensi sovrumani. La narrazione si affida troppo a effetti stilistici piuttosto che a uno studio approfondito della psicologia del personaggio.
personaggi principali coinvolti nelle produzioni analizzate
- Bruce Banner / Hulk:
- Cassandra Webb / Madame Web:
- Elektra Natchios:
- Logan / Wolverine:
- The Fantastic Four:
- Matti Franklin / Elektra:
- Sydney Sweeney / Julia Carpenter in “Madame Web”:
- Zachary Levi / Steel:
- Hal Jordan / Green Lantern:
- Ryan Reynolds / Deadpool in alcune versioni animate: strong >
- Hugh Jackman / Wolverine: strong >
I casi sopra citati dimostrano come spesso le scelte narrative sbagliate possano compromettere anche storie potenzialmente interessanti, rendendo difficile per gli spettatori immedesimarsi nei protagonisti fin dalle prime fasi della loro evoluzione.